UN ANELLO INTORNO A CALDIROLA
Dalle stalle di Caldirola fino al Rifugio Orsi, passando per il Giarolo, per il Gropà e per il Panà
PARTENZA E ARRIVO: Caldirola, piazzale parco giochi (mt. 1012)
TAPPE INTERMEDIE: Stalle di Caldirola, Monte Giarolo (mt. 1473); M.te Gropà (mt. 1446); Passo Bruciamonica (mt. 1394); M.te Panà (mt. 1559); Rifugio Orsi (mt. 1397)
LUNGHEZZA DEL PERCORSO: circa 12,5 km
TEMPO DI PERCORRENZA: poco meno di 4 ore
SEGNAVIA: bianco-rosso 107 dalle Stalle fino al Monte Giarolo; bianco-rosso 200 dal Monte Giarolo fino al Monte Panà; bianco-rosso 114 dal Monte Panà al Rifugio Orsi; bianco-rosso 106 dal Rifugio Orsi a Caldirola
Nel pieno del periodo estivo, forse quello di maggior percorrenza dei nostri sentieri di montagna, ho voluto pensare ad un'escursione di quelle che - pur non impegnando troppo in termini di tempo - permette di andare a toccare alcuni tra i più significativi luoghi dei dintorni di Caldirola.
Il trekking, della lunghezza di circa 12 km, occupa intorno alle 4 ore (procedendo a passo normalissimo, anzi mi sono spesso fermato a scattare foto e ho fatto dieci minuti di sosta sul monte Giarolo) e si innesta sul percorso dei 4 principali sentieri segnalati dal CAI presenti in zona: il numero 107 (la c.d. "Via del Redentore"), il numero 200 ("anello Borbera-Spinti"), il numero 114 (Rif.Orsi - M.te Panà) e il numero 106 (il celeberrimo "Caldirola-M.te Ebro").
Ma non solo: proprio per il fatto che il percorso ha la propria partenza non dalla Colonia Provinciale di Caldirola, ma dal piazzale antistante il parco-giochi (esattamente a metà strada tra il "paese" e il "Villaggio La Gioia" anche noto come "Piazzale S.Anna", dai condomini bianchi che sorgono sull'altro lato della strada), permette di andare alla scoperta di qualche angolo nascosto di Caldirola, di camminarne tra le case. Ma andiamo con ordine.
Parcheggio l'auto nel piazzale del parco giochi, mentre poco distante alcune persone a cavallo si stanno preparando per partire per la loro escursione. Oggi scarpe nuove: dopo 3 anni mando in pensione gli scarponi con i quali ho percorso chilometri e chilometri, Dio solo sa quanti, ma obiettivamente iniziavo a cadere un po' troppo spesso, la suola era ormai diventata inesistente. Come ogni volta in cui si indossano le scarpe nuove, dopo un po' di strada inzierò a piangere dal male ai piedi, ma è tutta questione di abitudine.
Scarponi, bastoncini, gps e zaino. Mi incammino - seguendo le indicazioni del sentiero 107 - in leggera discesa verso il paese di Caldirola, sulla strada provinciale, per deviare subito a sinistra, in salita, su di una stretta e ripida stradina asfaltata, che transita vicino ai condomini del "Villaggio Cristina" e, successivamente, al termine dell'asfalto, nei pressi delle "stalle" di Caldirola.
Qui seguo le indicazioni del sentiero 107, che sale sulla vecchia strada che conduce alla Fontana Bardoneto, offrendomi dei bellissimi panorami su Salogni e l'alta val Curone, ma anche belle viste di Caldirola e del Villaggio La Gioia da una prospettiva decisamente insolita e diversa. Dopo una prima parte allo scoperto, il sentiero si addentra in un bosco di faggi e, su di un letto di foglie, procede in salita fino ad attraversare il Rio delle Fontanelle. Nei pressi del Rio, si abbandona la strada sterrata che conduce nei pressi della Fontana Bardoneto e si segue il sentiero 107 che sale a destra addentrandosi nella pineta di Caldirola.
Il sentiero procede dritto fino ad un punto in cui svolta improvvisamente a sinistra (sempre perfettamente segnalato) e da qui in poi occorre fare attenzione perché - come già visto per altri sentieri di Caldirola - il tracciato è utilizzato anche per le discese in mountain bike (troverete cartelli bianchi con i nomi delle piste).
La salita in pineta è piacevolissima e si possono cogliere degli scorci imperdibili. Anche i colori che si vedono in questo tratto di pineta sono veramente meravigliosi: lungo il percorso troverete anche numerosi gigli, che spuntano nei punti più impensabili, perfino sulle pietraie e tra gli aghi dei pini.
Ad un certo punto, dopo un tratto in cui si riesce a scorgere il panorama della catena del Chiappo e il rifugio del Monte Gropà, si arriva nei pressi del Monte Giarolo, come si può del resto vedere dalla statua del Redentore che fa capolino tra le foglie, assieme ad una delle antenne.
Il sentiero sbuca sul crinale, proprio sotto alla salita finale del Monte Giarolo, che raggiungo dopo pochi minuti. In cima la foschia la fa da padrona e non permette di vedere molto del panorama circostante: del resto il caldo è tanto, e pure afoso.
Salendo verso il Redentore, non posso fare a meno di notare una cosa alquanto insolita: la cima del Giarolo (mt. 1473), così come buona parte del crinale in direzione del Gropà e interamente fiorita. Un'esplosione di colori che non sono abituato a vedere, anzi che non ho mai visto. Giallo, rosso, azzurro, viola, verde. E' davvero un piacere per gli occhi e mi fermo più del previsto a scattare foto perché il paesaggio non sembra neanche lontanamente quello che siamo abituati a vedere per tutto l'anno. Proprio mentre stanno arrivando altri due escursionisti, mi rimetto in cammino scendendo dal Giarolo e abbandonando così il sentiero 107 - che attraverso la "via del Redentore" mi ha condotto fino a qui - per innestarmi sul sentiero 200, che segue la linea di crinale. Procedo in direzione del Gropà, su di un crinale così colorato che riempie il cuore di voglia di vivere e raggiungo il Monte Gropà (mt. 1446) con il suo rifugio tristemente chiuso e, poco distante, l'arrivo della seggiovia di Caldirola. Da qui in poi, nuovamente attenzione ai bikers, che percorrono parte del nostro stesso sentiero e quindi orecchie ben dritte.
Scendo dal Gropà in direzione dei resti del Convento di Brusamonica, fino a raggiungere l'omonimo Passo (1394 mt.) dove, anziché scendere verso Caldirola attraverso il tracciato delle piste da sci, salgo verso la vicina selletta panoramica e proseguo in direzione del Monte Panà.
Attraversato il boschetto che prelude all'arrivo ai piedi del Panà, mi porto a sinistra della recinzione presente sulla linea di crinale e, anziché salire al Panà dal sentiero principale, lo taglio sul versante della Val Borbera su di un bel sentierino non segnalato che, dopo una prima parte nel bosco, mi conduce in un punto panoramico dove godo di una bella vista su Volpara, Santa Maria e sulle antenne del Monte Giarolo, dove solo poche decine di minuti fa ero io.
Lo stretto sentierino mi porta in breve sulla linea di crinale, poco dopo la cima del monte Panà (mt. 1559) e ai piedi della salita verso il Cosfrone, che però non percorro, perché attraverso nuovamente la recinzione per innestarmi sul sentiero 114, che conduce in poco meno di mezz'ora al Rifugio Orsi.
Il sentiero è piacevole, quasi tutto in discesa e perfettamente segnalato. Giunto nei pressi del grande tronco su cui è stato inciso il volto di una persona ("l'omone" con la barba che vedete nelle foto sotto), sono praticamente arrivato al Rifugio Orsi, come posso chiaramente avvertire dalle voci che sento arrivare dal basso. Scendo sul fianco del Rifugio (mt. 1397) e mi dirigo alla vicina fontana per dissetarmi, riempire la bottiglia e farmi un autoscatto.
Dal Rifugio riparto praticamente subito, anche se la griglia posizionata nel prato emana un odore di carne che mi fa quasi venire voglia di fermarmi qui. Con una forza di volontà che quasi non mi riconosco, metto in bocca un pezzo di cioccolata e mi incammino sul sentiero 106 in direzione di Caldirola. Superato il grande pratone posto poco sotto al Rifugio Orsi, giungo attraverso lo stretto sentierino - piuttosto infangato, a causa della pioggia delle scorse giornate - al cancello posto sul versante del Panà e da lì, senza fermarmi, proseguo in direzione della Colonia Provinciale di Caldirola, che raggiungo in circa 30 minuti.
Alla Colonia imbocco la strada provinciale e, sull'asfalto, scendo in direzione di Caldirola, abbandonando però quasi subito la strada principale per immettermi - nei pressi del Residence Caldirola - in una stradina che tagliando tra le case mi evita un po' di strada. Esattamente nel punto in cui questa scorciatoia mi riporta sulla strada provinciale, la attraverso per prendere una scaletta con una ringhiera rossa che mi conduce nel piazzale del Villaggio La Gioia, davanti all'omonimo Ristorante e sul fianco del bar "La Capannina". Da qui, scendo al piazzale del parco giochi, dove ho lasciato l'auto, camminando sulla strada provinciale per circa 5 minuti.
In totale, il percorso mi ha impegnato 4 orette: l'ideale per chi vuole far passare una mattinata in maniera un po' diversa ed arrivare all'ora di pranzo con lo stomaco che brontola. Lungo il percorso, ci si può fermare a pranzare al Rifugio Orsi, oppure al bar "La Capannina" al ritorno a Caldirola. E allora buona camminata e buon appetito!