Camminando in val Nure/1:
DAL PASSO DELLO ZOVALLO AL MONTE RAGOLA E PRATO GRANDE
Prima parte di una lunga escursione sui sentieri dell'alta val Nure, tra paesaggi imperdibili
PARTENZA: Passo dello Zovallo (mt. 1491)
ARRIVO: Prato Grande, Baita M.te Ragola (mt. 1440)
TAPPE INTERMEDIE: Monte Ragola (mt. 1711)
LUNGHEZZA ITINERARIO: oltre 18 km (anello completo-tappa 1+2)
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 6 ore 20 min. (anello completo-tappa 1+2)
SEGNAVIA: 035; 037
Questa settimana ci lanciamo alla scoperta della val Nure, una valle lontana dalle nostre montagne di casa, ma nemmeno troppo. Ci troviamo in Emilia Romagna, in provincia di Piacenza, al confine con la provincia di Parma e con la Liguria, altra zona di profonde commistioni territoriali.
Da Santo Stefano d'Aveto, nostra base temporanea per queste escursioni (B&B La Soldanella, non mi stancherò mai di sponsorizzarlo), prendiamo la strada per il Passo del Tomarlo e, oltrepassatolo, ci dirigiamo nei pressi del Passo dello Zovallo, dove parcheggiamo l'auto ai bordi di un ampio spiazzo fangoso, che segna il confine tra i territori delle province di Parma e Piacenza. Mentre ci prepariamo, studiamo i cartelli con le indicazioni del percorso, quindi consultiamo la bacheca posta in prossimità della partenza del sentiero. Abbiamo in mente un giro bello lungo, studiato a tavolino nei giorni precedenti alla partenza e oggi vedremo se saremo in grado di portarlo a termine per intero.
Ci incamminiamo sul sentiero 035, che dal valico dello Zovallo si addentra in salita all'interno di un bosco, in direzione del Monte Zovallo. Il sole filtra tra gli alberi, regalando splendidi colori primaverili: la giornata è freddina e tersa, con i colori che esplodono in tutta la loro forza.
Percorse le prime centinaia di metri in salita tra gli alberi, il sentiero finalmente torna a correre all'aperto e, in prossimità della cima del Monte Zovallo, con piacevoli viste sulla val Ceno, oltrepassa una recinzione abbandonando il lato della val Ceno per portarsi sul lato della val Nure, dove prosegue pressoché pianeggiante mantenendosi a mezza costa. I panorami sono ora cambiati e davanti ai nostri occhi si apre una splendida vista sull'alta val Nure. Alle nostre spalle, svettano le inconfondibili sagome del Monte Nero, del Monte Maggiorasca e del Monte Bue, così suggestive da ammirare e fotografare.
Proseguiamo in piano, mentre dinnanzi a noi inizia ad ergersi, maestosa, la sagoma del Monte Ragola, su cui tra poco inizieremo a salire: mantenendoci sul lato della val Nure, con belle viste sul paese di Pertuso e sui pascoli che lo sovrastano, raggiungiamo un cartello che indica un bivio, quello tra i sentieri 035 e 037. Fino ad ora non avevamo parlato di quale direzione seguire, ma ora il dubbio si pone e decidiamo di salire immediatamente sul Ragola con il sentiero 037.
Ci incamminiamo in ripida salita costeggiando una recinzione, sotto agli alberi, per poi uscirne e iniziare la lenta scalata al Ragola: sembra di vedere in lontananza la Pietra Parcellara, vista l'analoga conformazione delle due montagne, composte da rocce ofiolitiche (serpentiniti). La salita dal versante sud-ovest inizialmente è ripida, ma presenta solo occasionalmente qualche roccetta e si affronta con stretti tornanti estremamente panoramici su entrambi i lati, oltre che sulle dorsali alle nostre spalle, quella del Penna e quella del Monte Nero. A mano a mano che si sale, però, si giunge al punto più affascinante della scalata, in prossimità dell'inizio delle rocce, dove in alcuni punti occorre anche aiutarsi con le mani. Tuttavia, si tratta di passaggi elementari e poco o per nulla esposti (e se ve lo dico io...), superabili senza alcun tipo di problema.
Mentre saliamo, pensiamo di aver azzeccato la direzione di marcia perché se avessimo affrontato l'anello in senso contrario, ci saremmo trovati ad affrontare questo tratto in discesa, sicuramente più insidioso rispetto a percorrerlo in salita, se non altro per le aumentate possibilità di scivoloni visto il fondo del sentiero nel tratto tra la partenza e le rocce.
Saliamo senza fatica nei canalini tra le roccette, fino a vedere avvicinarsi la nostra mèta: il sentiero infatti sembra improvvisamente spianare e intravediamo in lontananza una croce. Ci avviciniamo fino a raggiungerla, convinti che si tratti della cima del Monte Ragola e dedichiamo una decina di minuti a scattare fotografie da questo splendido punto panoramico.
Scopriremo solo dopo che la croce è in realtà posizionata sull'anticima del Ragola, a 1645 mt. e in effetti basta guardare in direzione della prosecuzione del sentiero per vederlo nuovamente salire dopo un ampio tratto di crinale pianeggiante, fino a raggiungere la cima vera e propria.
Dall'anticima, la vista è meravigliosa. Partendo dalla val Ceno, si riconoscono il Penna, il Tomarlo, il Maggiorasca, il Nero, il Bue, il Crociglia e il Carevolo. In lontananza, sul versante della val Nure, la vista arriva fino al Carmo, all'Alfeo, al Lesima e al Penice, mentre ai nostri piedi, spuntano tanti piccoli villaggi e la rocciosa sagoma del Groppo di Pertuso. L'anticima è disseminata di rocce ofiolitiche, un po' come la lunga vetta dell'Aiona alla quale il Ragola decisamente assomiglia. La abbandoniamo per dirigerci verso la vetta vera e propria, dove scorgiamo esserci, in lontananza, un'altra croce, mentre incrociamo delle persone che vengono verso di noi in direzione opposta. Le salutiamo, proseguendo ora in salita tra gli spuntoni di roccia, ammirando sotto di noi i segni della glaciazione presenti sul versante nord-ovest della montagna, fino ad arrivare sulla cima del Ragola, che raggiungiamo dopo una decina di minuti (mt. 1711).
La vista dalla cima è altrettanto panoramica e spazia fino a montagne sconosciute. Ai nostri piedi, una grossa chiazza di neve resiste in uno dei canaloni che si aprono in direzione dell'alta val Nure, sul versante nord, mentre il panorama spazia fino a Farini. Sotto di noi, intanto, scorgiamo il Rifugio Monte Ragola, posto ai margini di Prato Grande, verso il quale siamo diretti.
Dopo un veloce servizio fotografico, abbandoniamo così la vetta del Ragola, prendendo ora a scendere in direzione del Ragolino e del Camulara, camminando sempre sulla dorsale che separa le province di Piacenza e di Parma.
Il sentiero 037 scende tra prati e roccette, attraversando ambientazioni davvero suggestive e giunto alla sella tra i monti Ragola e Ragolino piega a sinistra degradando rapidamente verso una zona di ampi pascoli. Il sentiero si fa pianeggiante in prossimità di Prato Bure, quindi costeggiando una recinzione piega nuovamente a sinistra e corre accanto ad uno dei numerosi ruscelletti presenti in questo tratto, attraversandolo più volte, fino a condurre a Prato Grande, un'ampia distesa prativa compresa tra il Monte Camulara e il Poggio dell'Orlo.
Lo attraversiamo, dirigendoci verso il Rifugio Monte Ragola, che ora si trova esattamente di fronte a noi e che raggiungiamo in pochi minuti di cammino. Altre persone ci hanno preceduto, occupando le panche dinnanzi al rifugio, che però è chiuso. Noi non abbiamo intenzione di fermarci e proseguiremo in direzione dei laghi glaciali dell'alta val Nure, nonostante il tempo, alle nostre spalle, sopra alla inquietante piramide allungata del Monte Ragola, stia rapidamente peggiorando.