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Da Capanne di Cosola al Monte Legnà


Verso la cima del Legnà
Verso la cima del Legnà

Dettagli del percorso e traccia

Zona geografica: Basso Piemonte/Val Borbera

Località di partenza: Capanne di Cosola (AL), mt. 1502

Località di arrivo: Monte Legnà, mt. 1669

Tappe intermedie: Monte Cavalmurone (mt. 1662)

Lunghezza percorso: 4,8 km circa (a+r)

Tempo indicativo di percorrenza: 2,00 h. circa (a+r)

Segnavia: 200

Difficoltà: E

Traccia GPX


L'escursione

Lo scorso 30 dicembre avevamo appena fatto in tempo ad organizzare, in quattro e quattr'otto, la prima e unica ciaspolata del 2017, anno avaro di nevicate in appennino, non fosse altro che per gli ultimi mesi (e per modo di dire poi..). Passato gennaio, sembrava che ormai ci si avviasse verso una meritata primavera senza troppe preoccupazioni e invece, un po' a sorpresa, ecco la neve. Di nuovo, e nemmeno poca, anche se forse, un po' per le temperature più alte, un po' per le giornate più lunghe, sembra destinata a non durare troppo, per lo meno nella nostra zona dove ne è caduta comunque la metà o forse meno ancora rispetto alla val d'Aveto. E allora via, approfittiamone per la prima ciaspolata del 2018, sperando che non sia l'unica! 

Per la domenica di bel tempo, abbiamo optato per fare quello che avremmo voluto realizzare proprio il 30 dicembre, ossia percorrere la dorsale del Cavalmurone almeno fino al Legnà, solo che allora, la neve era troppo molle per essere affrontata con le ciaspole (e con gli scarponi), motivo per cui avevamo dirottato la nostra giornata verso il Chiappo.

Questa volta, invece, non ci sono controindicazioni: la giornata è splendida, il sentiero - come abbiamo la possibilità di vedere una volta raggiunta la partenza - già battuto da altri che si sono smazzati il lavoro pesante. Così indossiamo le ciaspole e fin dai primi passi, sentiamo che la neve è ottima e seppure in qualche punto risulti leggermente ghiacciata e in altri punti sotto costa sia un pochino molle, avercene di giornate così.

C'è tanta gente sul sentiero, molti ci precedono, altri ci superano perché io mi fermo ogni 30 secondi a fotografare ma intanto non abbiamo fretta e sappiamo che la cima del Legnà non sarà così faticosa da raggiungere: mica come quella volta che avevo convinto Francesca a seguirmi fino al Carmo in quella che, ad oggi, rimane la ciaspolata più dura mai affrontata, soprattutto per le condizioni della neve!

Dopo il primo tratto più o meno pianeggiante tra val Boreca e val Borbera, il Cavalmurone ci si para davanti con il suo ripido versante, che affrontiamo con due distinti strappi di salita, uno più impegnativo dell'altro. Dopo un po' che camminiamo, ecco l'Alfeo che spunta in lontananza e mi viene da pensare se mai qualcuno avrà deciso di avventurarsi là sopra, oggi.

Lungo la salita, è impossibile non fermarsi ad immortalare le splendide sculture di ghiaccio e neve che il freddo e il vento hanno cucito addosso agli alberi.

Sulla cima del Cavalmurone (mt. 1662) ci stupisce l'altezza della cavalla di neve, che ricopre quasi interamente il cartello con le indicazioni del sentiero 200: un po' di vento gelido si alza e batte la dorsale, anche se sarà per il sole caldo, ma oggi il clima non è così rigido come ce lo si poteva aspettare. Il panorama spazia sull'alta val Borbera, contornata dalle vette dell'Ebro e del Chiappo che, nei loro versanti valborberini, ottimamente esposti, sono già praticamente privi di neve. Questa dorsale, invece, è stata maggiormente colpita dalla nevicata, forse perché più vicina alle valli del piacentino più segnate dal maltempo.

Superata la prima vetta del Cavalmurone, scendiamo a una selletta per poi risalire alla volta della seconda vetta, mentre la val Boreca si distende ai nostri piedi con i suoi paesini che sembrano usciti da una favola. La seconda cima si supera piuttosto velocemente e la vista si apre verso il Carmo, preceduto dal Poggio Rondino e ancora distante. Il Legnà, nostra destinazione, è molto più vicino e dalla sua cima ci separa solo un impegnativo saliscendi.

La discesa è ripida, pure troppo e bisogna stare attenti a non scivolare perché in molti punti la neve non regge: incrociamo altri camminatori, qualcuno addirittura con gli sci, e raggiunta la sella con belle viste su Bogli e il Monte Alfeo, cominciamo a salire mantenendoci leggermente sotto costa sul lato della val Borbera. Tra alberi vestiti di ghiaccio, dietro ai quali il sole fa capolino, raggiungiamo le pendici del Monte Legnà e abbandonato il sentiero 200, che prosegue alla volta del Carmo, svoltiamo a destra per raggiungere la poco distante vetta del Monte Legnà (mt. 1669), meravigliosamente panoramica.

Oggi purtroppo il mare non si vede, alcune nuvole ricoprono il panorama verso la costa e la foschia aleggia sulla pianura: anche sulle vette della val d'Aveto, sommerse di neve bianca, ora si addensano grigi nuvoloni e quindi non ci resta che goderci questo bel sole che invece ricopre la vetta del Legnà, dove si sta d'incanto.

Monto lo zoom e avvicino il Lesima, l'Ebro e il Chiappo per vedere se c'è qualcuno in vetta e la risposta, tranne per il Lesima, è affermativa. Invece sull'Alfeo pare non esserci nessuno, anche se si distingue appena appena una traccia battuta, segno che qualcuno è già passato da quelle parti. Dietro all'Alfeo, la valle Tribolata e la dorsale del Maggiorasca carica di neve come non mai.

Qualche foto in vetta, poi ci incamminiamo per il ritorno: stesso sentiero dell'andata, oggi niente variazioni. Anche se, ad essere onesti, vedere il sentiero battuto fino al Carmo per un istante ci aveva fatto venire voglia di scendere concludendo un anello dal Passo del Legnà. Eppure desistiamo, tornando tranquilli verso la partenza lungo la dorsale innevata, scaldati da un bel sole.

Sarà l'ultima ciaspolata? O ci verranno riservate altre sorprese?

Photogallery



A un passo dalla vetta
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