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L'anello delle Lesaie


Nebbia sul sentiero 200
Nebbia sul sentiero 200

Dettagli del percorso e traccia

Zona geografica: Basso Piemonte/Val Borbera

Località di partenza: Borgo Adorno (AL), mt. 718

Località di arrivo: Borgo Adorno (AL), mt. 718

Tappe intermedie: Bivio Costa delle Lesaie; Bivio Piani di San Lorenzo

Lunghezza percorso: 6 km circa

Tempo indicativo di percorrenza: 3,00 h. circa

Segnavia: 200 fino al bivio Piani S. Lorenzo, non segnalato restante parte

Difficoltà: E/EE parte non segnalata

Traccia GPX


L'escursione

In venti, onorati, anni di trekking sui sentieri delle quattro province, mi ero macchiato di una colpa indelebile: non avevo ancora percorso il sentiero 200 nel suo tratto che unisce la frazione di Borgo Adorno alla Costa delle Lesaie, ovvero la dorsale che collega il Monte Giarolo alla omonima frazione (Giarolo, per l'appunto). E' così che nel corso del passato mese di dicembre, in una di quelle giornate nebbiose in cui verrebbe voglia di fare di tutto tranne che uscire a camminare nei boschi, io e Ilaria mossi da una motivazione più che invitante (avevamo visto, dalle immagini della webcam posta lungo la Costa delle Lesaie che la nebbia là sopra non c'era) abbiamo deciso di avventurarci su questo percorso.

L'intenzione, a dirla tutta, sarebbe stata anche quella di salire al Giarolo, ma complice poi il tempo non proprio dei migliori abbiamo deciso di non salire oltre il bivio dei Piani di San Lorenzo, inventandoci come di consueto un sentiero per il ritorno in modo da realizzare un piacevole anello.

Raggiungiamo in auto Borgo Adorno, la piccola frazione che domina la val Besante dall'alto del suo misterioso castello e parcheggiamo a bordo strada in uno dei pochi spiazzi disponibili: indossiamo zaino, giacche a vento e scarponi e ne approfittiamo subito per qualche foto del castello, sfruttando la nebbia non proprio bassa. Ma basta avventurarci lungo il sentiero (l'imbocco si trova in mezzo alle case della frazione, prima del castello sulla sinistra, arrivando da Giarolo) per capire che più si sale, più la nebbia è spessa ed opprimente: facciamo giusto in tempo a vedere il castello per un'ultima volta, dall'inizio del sentiero, poi ci aspetterà solo tanta tanta salita, unita a tanta tanta nebbia.

Le pendenze sono discrete e si guadagna quota anche piuttosto in fretta: la Costa delle Lesaie è indicata a 1,15 h. di cammino ma ne impiegheremo di più perché il passo non può che essere lento. Seguiamo il segnavia 200 che si inerpica lungo il versante su una strada sempre evidente e a tratti un po' scivolosa per il pietrisco fine che la compone: ci fermiamo spesso a fotografare la natura rimasta immacolata sotto alla nebbia, ricoperta da uno strato di brina che sembra avere congelato tutto quanto.

I panorami, che senza nebbia ci sarebbero anche, oggi sono tutti da immaginare e le uniche cose che riusciamo a scorgere sono le giacche arancioni dei cacciatori che stanno portando avanti la battuta al cinghiale a pochi metri da noi: nel dubbio, acceleriamo il passo sperando di guadagnare in fretta l'uscita dalla nebbia. Dopo avere costeggiato una imponente parete di roccia, un doppio tornante lascia intravedere un pizzico di sole che sembra bucare il fitto strato di nebbia: che sia la volta buona? Pare proprio di sì, perché non faccio quasi in tempo a prendere la macchina fotografica che in men che non si dica, la nebbia scompare lasciando spazio ad un sole caldo che buca il bosco colorandolo dei colori dell'autunno inoltrato.

Ora camminare ha un altro sapore e con la nebbia sembra anche di esserci lasciati alle spalle il peso della fatica: saliamo a passo più deciso, nonostante il percorso si mantenga ripido e faticoso e raggiungiamo un bivio con un sentiero non segnalato che, al ritorno, scopriremo essere quello utilizzato per chiudere l'anello. Seguiamo comunque il sentiero 200, che si sovrappone anche al sentiero numero 139 diretto al Monte Gropà (La via dei Mercanti) godendoci, di tanto in tanto, qualche bella visuale del tappeto di nebbia sotto di noi, oltre il quale spuntano, in lontananza, le vette innevate delle alpi marittime, precedute dal cocuzzolo del Monte Tobbio, l'unico assieme a pochi altri rilievi in grado di emergere dalla coltre che soffoca la pianura. 

Sempre in salita decisa, il sentiero si innesta all'interno di una buia pineta, che attraversiamo avvicinandoci sempre più verso il crinale, che percepiamo a breve distanza: in lontananza, intravediamo un cartello con le segnalazioni e capiamo ormai di esserci. Ecco così che dopo un ultimo ripido tratto di salita, raggiungiamo il bivio sulla Costa delle Lesaie (mt. 1190) che precede le vecchie costruzioni delle Stalle di Giarolo e un'area attrezzata per la sosta, che utilizzeremo per consumare una veloce merenda di metà percorso.

Sotto di noi, la nebbia sembra spingere per forzare il blocco e salire fino alle pendici del Giarolo, tanto che devo affrettarmi a prendere la macchina fotografica ed avvicinare le sagome innevate del Gruppo del Rosa e del Cervino che si stagliano in lontananza, prima che scompaiano. Così, vedendo che la nebbia avanza rapida, siamo costretti a raccogliere la nostra roba ed incamminarci sul sentiero per completare la nostra escursione: passiamo davanti alle stalle e ad una fontana, innestandoci sulla carrareccia che risale la Costa delle Lesaie verso il Monte Giarolo, segnalata con il 200 bianco-rosso. La seguiamo oltrepassando un cancello, quindi ci teniamo a destra sull'evidente sentiero diretto al Rifugio Piani di San Lorenzo, pensando che potremmo percorrerlo per un tratto per poi tentare di concludere un anello attraverso una traccia segnalata sul gps, se la troveremo.

Il sentiero è quasi impraticabile, i segni del passaggio delle jeep che hanno creato dei solchi enormi e la quantità di fango è incredibile, così dobbiamo accontentarci di passare nel bosco tra i rami e i tronchi spezzati. Quando riusciamo a tornare sul sentiero per i Piani di San Lorenzo, oltrepassato un grosso rio, nei pressi di uno spiazzo nel bosco (alberi tagliati), prendiamo un sentiero sulla destra, il cui imbocco non è segnalato ma comunque molto evidente. Il sentiero scende ripido per un breve tratto, quindi incontra un'altra strada che lo taglia orizzontalmente: la seguiamo verso destra e dopo un tratto pianeggiante, attraversiamo il rio incontrato in precedenza e prendiamo a scendere con maggiore decisione, ritrovandoci così, dopo diverse decine di minuti di cammino, e dopo esserci di nuovo immersi nella nebbia, nel bivio incontrato in mattinata all'intersezione con il sentiero 200.

Da qui, la discesa a Borgo Adorno avviene sullo stesso percorso dell'andata, che ora affrontiamo in discesa decisa e quanto mai nebbiosa.

In conclusione, un anello per noi nuovo e sicuramente interessante perché ci ha fatto comunque scoprire un sentiero di cui ignoravamo l'esistenza, utile per realizzare un anello di non eccessiva lunghezza attorno a Borgo Adorno.

Photogallery



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A un passo dalla vetta
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