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L'anello di Punta Baffe


Panorama su Punta Manara
Panorama su Punta Manara

Dettagli del percorso e traccia

Zona geografica: Zone limitrofe/Riviera di levante

Località di partenza: Riva Trigoso (GE), mt. 10

Località di arrivo: Riva Trigoso (GE), mt. 10

Tappe intermedie: torre di Punta Baffe (mt. 255), Colle Lago (mt. 310), Manierta (mt. 80)

Lunghezza percorso: 8 km circa, con una breve deviazione verso Monte Moneglia

Tempo indicativo di percorrenza: 3,00 h. circa

Segnavia: due cerchi rossi vuoti fino a Colle Lago; ++ rosso fino a Riva

Difficoltà: E

Traccia GPX


L'escursione

Come molti di voi sapranno, perché è una domanda che mi avete fatto tante volte, non organizziamo camminate aperte al pubblico: un po' (poco, in realtà) perché non possiamo "accompagnare" nessuno, e un po' (molto) perché per noi le camminate sono un modo per rilassarsi, per allontanarsi dalla confusione, come fossero delle piccole vacanze che ci prendiamo alla fine di una settimana di lavoro per recuperare energie mentali. Per me, per noi, la montagna è questo, di lì non si scappa: siamo molto indipendenti, di conseguenza amiamo viverla da soli nella quasi totalità dei casi e le poche eccezioni che abbiamo fatto in questi anni sono state a favore di cari amici con i quali è un piacere condividere (ogni tanto, non prendetevi troppo bene) un po' di strada. 

Non ci era mai capitato, invece, di utilizzare una camminata come scusa per conoscere qualcuno, almeno fino alla fine del mese di marzo.

Non ci eravamo mai visti con Elisabetta. Però capitava spesso di sentirsi, attraverso questi dannati social network che ti danno quasi l'illusione di conoscere qualcuno anche se poi non ci hai mai parlato di persona e qualche volta si è lanciata lì l'idea di fare un giretto assieme: impegno mica da ridere, camminare insieme non è questione di poco conto, io cammino con qualcuno solo se guarda nella mia stessa direzione, se vede la vita come la vedo io.

Così, come primo tentativo, abbiamo deciso di fare un giretto dalle sue parti, nella zona del Tigullio che ormai da qualche tempo frequentiamo nelle nostre passeggiate invernali. Tolta Punta Manara, che già avevamo raggiunto lo scorso anno, avevo un po' di curiosità di raggiungere Punta Baffe, leggermente più a oriente in direzione di Moneglia e così, dopo aver studiato un piccolo anello, gliel'ho proposto e abbiamo finalmente firmato il contratto della prima camminata insieme. E la prima camminata, per forza di cose, doveva essere breve, perché più che camminare, bisogna imparare a conoscersi.

A Riva Trigoso parcheggiamo in via Gramsci e un particolare del tutto casuale ci anticipa come andrà la giornata: arriviamo esattamente a tempo. 

Le necessarie veloci presentazioni anche se forse non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, e ci incamminiamo sulla stradina asfaltata che sale accanto al cimitero (non il posto migliore dove portare qualcuno che hai appena conosciuto, ma è colpa del sentiero): una rampetta, un tornante, e svoltiamo a destra seguendo le segnalazioni del nostro percorso (due cerchi rossi vuoti), che si infilano in uno stradotto di cemento che presto si fa comodo sentiero.

Lei ci spiega, ci racconta, noi le chiediamo che posto è quello, che monte è quell'altro: fa sempre comodo avere una guida del posto. Saliamo a passo lento, molto lento, ma non è certamente il caso di correre: abbiamo a disposizione qualche ora per conoscerci meglio ed è più che mai necessario chiacchierare un po', tanto che anch'io, che solitamente viaggio su ben altri ritmi con la mia macchina fotografica, in tutto il giro scatterò appena un centinaio di foto e tornando a casa, Ilaria mi chiederà se ero sicuro di star bene.

Il sentiero prosegue tra gli arbusti - che come ci spiega la nostra amica si stanno tentando di riprendere dall'ennesimo incendio - alternando passaggi sul versante interno del crinale (bei panorami su Zatta e Treggin) ad altri sul versante lato mare, offrendo le prime belle viste sulla baia di Riva, sul vicino promontorio di Punta Manara. In lontananza, intanto, fa la propria comparsa la torre di Punta Baffe, verso la quale siamo diretti.

Con un percorso che a tratti ricorda molto quello che conduce proprio a Punta Manara, piacevole e per nulla faticoso anche se pressoché interamente sotto il sole, raggiungiamo un bivio verso sinistra (diretto a Colle Lago, che ignoriamo), tenendoci sulla destra per Punta Baffe: il sentiero spiana e in pochi minuti ci porta alla torre, che è visitabile anche all'interno con una scaletta sulla quale non ci penso nemmeno ad avventurarmi, preferendo rimanere all'esterno a scattare qualche foto del promontorio di Portofino che fa capolino alle spalle di Punta Manara.

La camminata fino a qui è stata decisamente breve e per nulla faticosa, così proseguiamo secondo i programmi, evitando la prosecuzione del sentiero verso l'agriturismo Nua Natua e tornando, invece, sui nostri passi proseguendo sul percorso contrassegnato dai due cerchi rossi vuoti in direzione di Colle Lago. Di lì' a poco, incontriamo la traccia ignorata in precedenza, che si ricollegava al percorso evitando di raggiungere la torre: torre che, voltandoci alle spalle, possiamo già vedere lontana, mentre accanto a noi fa la sua comparsa il tratto di riviera che ci separa da Punta Moneglia e, più in lontananza, dalle Cinque Terre.

Continuando a chiacchierare, prendiamo leggermente quota fino a raggiungere il crinale e il sentiero, fino a quel momento una stretta traccia, improvvisamente si fa più largo e piacevole: le viste ora spaziano sia verso ponente che verso levante, e di fronte a noi compare l'agognato Colle Lago con un'area di sosta che vorremmo utilizzare per fermarci a mangiare qualcosa ma che, purtroppo, è occupata. Guardiamo l'ora, tutto sommato è ancora piuttosto presto e scendere verso Riva già adesso porrebbe fine troppo in fretta a questa piacevole giornata.

Decidiamo così di sfruttare il poco distante bivio per salire in direzione del Monte Moneglia, su un sentiero (segnavia sempre due cerchi rossi vuoti) che se inizialmente non è affatto male, nel proseguo si fa via via peggiore, profondamente scavato dall'azione dell'acqua. Arrivati a non molto dal crinale del Monte Moneglia, così, decidiamo di non proseguire oltre e torniamo sui nostri passi, ridiscendendo verso la panchina che, si spera, ora sarà finalmente libera e tutta per noi. Così non è, ma questa volta ci facciamo ricavare un po' di spazio e la dividiamo con due signori bergamaschi ai quali non posso esimermi dal raccontare che mio nonno era bergamasco e che mia mamma, pur non essendo nata là, si sente bergamasca (lo ripeto a tutti, starò invecchiando davvero).

Mangiato qualcosa, siamo finalmente pronti per il rientro: la deviazione verso il Monte Moneglia ci ha permesso di allungare leggermente un giro che, altrimenti, sarebbe stato davvero troppo breve, anche andando a passo lento. Il sentiero che ci riporterà a Riva è quello segnato con ++ rosso, che scende inizialmente ripidissimo in due tratti, poi si fa più dolce e, con una splendida vista sul golfo del Tigullio, ci accompagna fino alla località Manierta, dove incontriamo l'asfalto, che seguiremo fino al parcheggio dopo aver superato il sottopasso.

Arrivati all'auto, ci rendiamo conto che il tempo è volato e che sinceramente, fosse anche durata un po' di più, la giornata non sarebbe stata affatto male. Salutiamo la nostra compagna di viaggio, ringraziandola e dandoci appuntamento per altre camminate e ci rimettiamo in marcia verso casa.

Com'era quella storia che a volte, i social network ti danno quasi l'illusione di conoscere qualcuno senza averlo mai visto?

Ecco, è proprio così.


Photogallery



A un passo dalla vetta
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