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La Via Saia


Vista sulle Strette dal sentiero
Vista sulle Strette dal sentiero

Dettagli del percorso e traccia

Zona geografica: Basso Piemonte/Val Borbera

Località di partenza: San Fermo, mt. 1177

Località di arrivo: Dovanelli (AL) mt. 577

Tappe intermedie: Monte Saia, Pian degli Orsi

Lunghezza percorso: 9,5 km circa

Tempo indicativo di percorrenza: 4,30 h. circa

Segnavia: 258

Difficoltà: E

Traccia GPX


L'escursione

Uno degli ultimi, forse l’ultimo, in ordine di tempo, tra gli itinerari escursionistici segnati in val Borbera è la cosiddetta Via Saia, un lungo percorso che collega Dovanelli a San Fermo percorrendo le pendici e la dorsale del Monte Saia, lungo lo spartiacque tra le valli dell’Agnellasca e della Gordenella. Curiosi come siamo, ovviamente non potevamo farcelo sfuggire e così abbiamo deciso di provare a percorrerlo, anche se in senso contrario rispetto alla direzione di marcia ufficiale, non potendo purtroppo fare a meno di notare come, in questo senso di marcia, le segnalazioni in alcuni punti risultino difficilmente intuibili. Detto questo, con un poco di attenzione in più si può comunque percorrere senza problemi l’itinerario, che è comunque ben segnalato per la stragrande maggioranza del suo tracciato.

Raggiungiamo in auto San Fermo, parcheggiando nei pressi del valico. La mattina è fredda e non possiamo fare a meno di salire un attimo alla cappella, per ammirare lo splendido panorama sulla val Vobbia e la sconfinata vista fino al mar ligure. Scattiamo un po’ di foto, poi ci mettiamo in marcia perché si è già fatto piuttosto tardi. Seguendo il segnavia 258, scendiamo alle spalle del valico seguendo la dorsale e camminiamo tra i prati, accanto alla stretta rotabile di accesso, con belle viste sulle sottostanti abitazioni di San Clemente, di fronte alla frazione di Berga, alle cui spalle svetta la riconoscibile sagoma del Monte Antola. Tocchiamo l’asfalto nei pressi dell’imbocco della sterrata diretta ad Agneto, sulla quale ora ci innestiamo, salendo impercettibilmente fino al valico tra le valli della Gordenella e dell’Agnellasca: alla nostra sinistra, riconoscibilissima la maestosa chiesa di San Rufino di Canarie.

Oltreapassato il valico, scendiamo appena di pochi metri in direzione di Agneto, per abbandonare la sterrata e seguire le segnalazioni 258 che seguono la linea di crinale, mantenendosi tuttavia leggermente sul lato dell’Agnellasca. Seguendo una stretta traccia, saliamo leggermente tra gli arbusti, proseguendo con numerosi saliscendi panoramici su Vegni, alle cui spalle svetta la piramide del Monte Carmo, e sulla valle dei Campassi. Il cammino è piuttosto faticoso perché si presenta come una sorta di slalom tra le piante, su di un sentiero appena accennato, peraltro disseminato di cacciatori: ci dirigiamo verso nord-est e la salita non è assolutamente faticosa, anche se, purtroppo, panoramica solo a tratti.

Siamo all’incirca sopra all’abitato di Agneto e, superato – ed ignorato – il bivio diretto a Dova Superiore, proseguiamo sulla dorsale con la vista che, di tanto in tanto, si apre verso Cartasegna ai piedi della lunga dorsale del Legnà. Il sentiero continua a percorrere il boscoso crinale, incontrando di tanto in tanto qualche piccolo spazio aperto dove le viste riescono a spingersi in direzione di Connio e Carrega Ligure, ma il bosco torna presto a farla da padrone, accompagnandoci per tutta la salita verso la poco riconoscibile vetta del Monte Saia, punto più alto dell’intero percorso con i suoi 1167 mt.: non sembra nemmeno di essere sulla vetta di una montagna, se non fosse per il cartello segnaletico.

Dal Monte Saia prendiamo lentamente a scendere, lungo un sentiero sempre stretto e, in alcuni punti, non perfettamente segnalato. Il percorso curva progressivamente verso sinistra e con un’ultima discesa raggiunge finalmente un breve crinalino panoramico, dove le viste si aprono verso la zona delle Strette di Pertuso e su Daglio, preannunciando l’arrivo al bivio per Dova Inferiore e all’intersezione con il percorso proveniente da Agneto, nei pressi del quadrivio di Pian degli Orsi (mt. 1065). Poco distante, ci fermiamo a mangiare qualcosa visto che riteniamo di essere poco oltre la metà del percorso.

Riprendiamo il nostro cammino sulla traccia marcata con il 258, che ora riprende a salire leggermente, spostandosi però sul lato della valle della Gordenella, e raggiunge un altro breve tratto di dorsale libera dagli alberi, che permette di scorgere i tetti di Dova Inferiore e quelli di Gordena: San Fermo, con la sua cappella, è ormai lontano. Proseguiamo fino al termine del crinalino, che offre anche belle e ampie viste su Daglio e quindi prende a scendere con estrema decisione in un punto molto suggestivo, che offre una visuale fantastica sull’alta val Borbera. Dopo un primo tratto allo scoperto, riprende lo slalom tra gli alberi, questa volta però in una discesa molto ripida: seguiamo la traccia senza particolari problemi e dopo un buon tratto verticale, alcuni ampi tornanti rendono più dolce la nostra discesa. Numerosi tornanti ci conducono, secondo il nostro orientamento, non distante in linea d’aria da Dovanelli, del cui Santuario udiamo a breve distanza il suono delle campane. Tuttavia, nonostante anche il gps ci segnali la presenza di un vicino sentiero diretto alla frazione, decidiamo di seguire le segnalazioni del sentiero 258, che però sembra allontanarsi dal paese, tirando deciso verso Carrega. In un fitto castagneto, scendiamo a zig-zag su un percorso estremamente ampio, che si allarga fin verso Carrega per poi tornare verso Dovanelli, e così via, avvicinandosi progressivamente al fondovalle. Un ultimo tratto rettilineo tiene, finalmente, la direzione di Dovanelli e sbuca sull’asfalto poco al di sopra della frazione, lungo la strada per Dova. Seguendo le segnalazioni del Santuario di N.S. di Dovanelli, lo raggiungiamo e finalmente riesco a vederlo per la prima volta da vicino, visto che non ci ero mai riuscito. Scattiamo qualche foto, quindi scendiamo fino al fondo della frazione, dove abbiamo lasciato un’auto al mattino. C’è l’altra macchina da riprendere, e casualmente è a San Fermo: va a finire che ci scappa un tramonto….

Photogallery



A un passo dalla vetta
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